Il suolo è un macroorganismo vivente, complesso e dinamico, senza il quale non sarebbe possibile la vita sulla Terra! E’ ricco di interazioni tra elementi minerali e elementi organici, da cui dipende la sua fertilità ed è una grande riserva di biodiversità e anidride carbonica. In natura, il suolo non resta mai scoperto, ci sono sempre piante a coprirlo, rinnovarlo e proteggerlo: dobbiamo imitare questo processo millenario attraverso l’uso di pacciamature (paglia, cippato) e colture di copertura.

Il suolo è ricchissimo di organismi: alcuni rendono l’azoto disponibile alle piante, altri permettono l’assorbimento dell’acqua, altri ancora consentono alle radici di scendere in profondità. Le attuali lavorazioni tradizionali, effettuate con grandi trattori, uccidono questi microrganismi e distruggono la struttura del terreno, provocando la sua erosione. Noi abbiamo ridotto l’uso del trattore al minimo indispensabile, utilizzando piccoli motocoltivatori per l’orto e la mitica bioforca!

L’insieme di tutte le specie viventi costituisce la biodiversità del nostro pianeta: da anni minacciata dai cambiamenti climatici di origine antropica, dall’agricoltura intensiva, dal sovrapascolamento, dall’erosione del suolo, dalla desertificazione e dagli incendi. Noi abbiamo messo in opera un lavoro di salvaguardia della biodiversità non usando fitofarmaci, erbicidi e pesticidi, proteggendo i nostri fossi, piantando siepi e alberi dove insetti, uccelli, rettili, anfibi e piccoli mammiferi possano riprodursi.

Piantare alberi e arbusti per costituire nuove siepi non solo può essere utile dal punto di vista produttivo, vista la quantità di specie utili e eduli, ma lo sapevi che le siepi fungono anche da antiparassitario naturale? Costituiscono infatti una barriera fisica ai patogeni e inoltre ospitano tantissime specie animali che predano i parassiti! Sono corridoi ecologici importanti: permettono ad animali, piante e funghi di spostarsi e colonizzare nuovi ambienti: questo mantiene il sistema in equilibrio e in salute.

Erbicidi e pesticidi non sono solo dannosi per la salute degli agricoltori e dei consumatori ma, eliminando erbe spontanee, insetti e altri animali, vanno a semplificare l’ecosistema: la natura invece ci chiede un equilibrio complesso! Fare tabula rasa espone la natura alla suo deperimento, all’attacco di patogeni più aggressivi, all’erosione, privandola così della resilienza per rispondere al cambiamento. Le alternative sono tante: propoli, macerati autoprodotti, trappole a feromoni, lotta biologica con altri animali e tanto altro.

Le giuste pratiche d’allevamento possono portare gli animali e stimolare e rigenerare il suolo, invece che a desertificarlo: teniamo i nostri animali in recinti mobili, che vengono spostati quotidianamente, consentendo al pascolo di ricrescere prima che gli animali tornino a mangiarlo. Questo fa si che il pascolo, crescendo, immagazzini CO2 dall’aria trasformandolo in biomassa (l’erba e le sue radici) che verrà digerita e rilasciata sotto forma di deiezioni a terra, andando a formare il nuovo suolo.